RECENSIONE || Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

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In questa vita la cosa più seria è la morte; ma neanche quella più di tanto.
La malinconia è un avversario più spietato dell’Unione Sovietica.

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f.jpgPiccoli suicidi tra amici è già il secondo romanzo edito Iperborea che leggo grazie alla collaborazione che hanno accettato con il mio blog. Rispetto, però, alla lettura de Il giardino dei cosacchi devo ammettere che nei confronti del romanzo di Paasilinna ho dei sentimenti contrastanti; anche se ciò non significa necessariamente che non mi sia piaciuto.
Il suicidio non è mai un argomento semplice da trattare, ma Paasilinna riesce totalmente a modellare fra le sue mani tematiche importanti, riproponendole tra le pagine del suo romanzo con un tono grottesco e surreale, quasi comico.

Dal secchiello vennero estratte mazzi di banconote, perfino tagli da mille marchi, oltre ad assegni, il più grande dei quali riportava la somma di cinquantamila marchi.
Il donatore era un allevatore di renne, il quale così motivò la generosità del dono: “Soldi ci devono stare se tutta questa truppa la vuol far finita. In Finlandia oggi non ci sta niente che costa poco, nemmeno la morte

Sullo sfondo di una Finlandia cruda e meschina, il direttore Rellonen, stanco e deluso dai ripetuti insuccessi collezionati sino a quel momento nella sua vita, prende l’amara decisione di togliersi la vita.
Si dirige verso un vecchio fienile, quando però si accorgere di non essere il solo in quel lo stesso fienile ad aver preso una decisione così estrema.
Il colonnello Kemppainen aveva già occupato il “palcoscenico” deciso più che mai a farla finita, dopo esser rimasto solo in seguito alla morte della moglie.
I due fanno così conoscenza e da una decisione esasperata come togliersi la vita, Paasilinna contrappone la nascita di un’amicizia. Un’amicizia per niente artificiosa, o fasulla, ma genuina e tragicomica per via delle circostanze in cui si è creata.
Dalla mente depressa dei due tragici amici,  con il passare dei giorni nasce un’idea: e se si potessero riunire in un seminario tutti gli aspiranti suicidi della Finlandia?
Scambiarsi idee ed esperienze, potrebbe essere un modo per affrontare la propria vita e magari per sentirsi meno soli. L’idea è buona ed ha del potenziale, cosa che li spinge a pubblicare un annuncio in merito sul quotidiano locale.
I due amici si ritrovano, così, sommersi dalle lettere di risposta di poveri finlandesi disperati e stufi della vita. Grazie all’aiuto della vicepreside Helena Puusaari, che a sua volta aveva risposto all’annuncio, riescono ad organizzare il tanto atteso seminario dedicato agli aspiranti suicidi, dal quale prende forma un’idea totalmente folle: un suicidio di massa a bordo di un pulmino.
Ed è così che inizia il viaggio assurdo della neonata Libera Associazione Morituri Anonimi, attraversando l’Europa tra risse, campeggio e visite guidate presso i cimiteri locali.

Dall’andamento della conversazione i candidati suicidi cominciarono a farsi l’idea di essere in una condizione tutto sommato migliore di quei connazionali condannati a condurre una grigia esistenza in quella patria miserabile. Un’osservazione che li rese – dopo tanto tempo – finalmente felici.

Come accennato ad inizio articolo, ho dei sentimenti contrastanti verso Piccoli suicidi tra amici. Questo è stato il mio primo approccio con Paasilinna e indubbiamente mi ha colpito la sua particolarità di mettere a confronto due facciate diverse della stessa medaglia. Il concetto di eliminare la vita e il concetto di nascita, principalmente incentrata sull’amicizia e complicità tra i Morituri anonimi.
Condividono, infatti, le stesse paure ed angosce e riescono, quindi, a comprendersi completamente. Contrappone anche il concetto di morte e di amore, sconfitta e rivincita; il tutto sul pulmino in giro per l’Europa, l’elemento più comico a paradossale a mio parere e nonostante ciò funzionante.
Un altro elemento fondamentale sono indubbiamente la vita e la morte che Paasilinna associa al Viaggio. Se inizialmente i Morituri anonimi intraprendono un viaggio che ha come meta il compimento della morte, con l’evolversi degli eventi la meta del viaggio si trasforma sino a cambiare completamente. Ed ecco che l’autore lancia il messaggio che sta alla base del suo romanzo: la meta è in realtà la vita, la quale può essere considerata un viaggio che deve portare alla riscoperta di sé stessi. Riscoprendo sé stessi i Morituri anonimi comprenderanno il vero senso della vita e chissà se vedranno ancora nella morte l’unica soluzione possibile.
I protagonisti hanno dei ruoli ideali, ben scelti dall’autore a mio parere. Il direttore P_20160309_155334_1schiacciato dal peso del fallimento lavorativo e matrimoniale, il colonnello vedovo rimasto unicamente in compagnia dei suoi gradi in esercito e della sua personalità fredda e autoritaria e la preside zitella. Nonostante siano decisamente perfetti, li ho trovati comunque poco approfonditi e con il procedere della storia quasi si perdono in mezzo ai trenta aspiranti suicidi che popolano il pullman.
Ciò che, però, mi ha fatto storcere il naso è in realtà la tipologia di scrittura adottata da Paasilinna. Le brevi descrizioni, ma soprattutto i pochi dialoghi tra i personaggi, mi hanno reso complicato il proseguimento di determinati capitoli; cosa che invece ne Il giardino dei cosacchi ho trovato scorrevole e funzionale alla tipologia di storia. E proprio per lo stile troppo povero e a volte frettoloso, il poco approfondimento dei personaggi che man mano si confondono e dimenticano con lo sfogliare delle pagine e i dialoghi che arrichiscono e incuriosiscono poco, non riesco a dare oltre le due stelline su cinque, con dispiacere perché avevo alte aspettative. Ma questo non mi fermerà nel leggere altri romanzi di Paasilinna del quale ho sempre sentito pareri ottimi, che mi fanno avere ancora qualche speranza.

voto:2

PluffaCalderone

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Informazioni su lastanzadipluffacalderoneblog

Mi chiamo Denise ma già da qualche tempo gli amici hanno iniziato a chiamarmi Pluffa. Inguaribile sognatrice e lettrice compulsiva, ho aperto un blog letterario per condividere la mia più grande passione e per migliorare in ciò che spero, un giorno, diventi il mio futuro.
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9 risposte a RECENSIONE || Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

  1. lunalovebook ha detto:

    Lo sto giusto leggendo ora! Mi sta piacendo molto, un’ironia sottilissima ma davvero azzeccata 😄

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  2. Baylee ha detto:

    Mi dispiacciono un po’ queste due stelle, Paasilinna mi ispira da un sacco di tempo…

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